Il Dolby Atmos è la più recente e sofisticata tecnologia sonora attualmente disponibile per l’Home Theater; il suo pregio più grande è stato quello di spostare l’attenzione dal numero dei diffusori alla quantità degli oggetti audio dinamici che può muovere in una spazialità totale di 360 gradi. Ed è una rivoluzione.
Il Dolby Atmos debuttò nel 2012 con Brave della Pixar ed è approdato sui primi dispositivi domestici nel 2014. Tutti i principali servizi di streaming -inclusi Netflix, Apple TV+ e Amazon Prime Video- e le console -Xbox One- supportano questa tecnologia che oramai è lo standard de facto dell’intero mercato; e si differenzia tantissimo dalle precedenti generazioni non soltanto dal punto di vista delle potenzialità tecnologiche, ma soprattutto per una intuizione che ha cambiato tutto.
Fino ad oggi, il Surround è stato sempre definito dal numero degli speaker coinvolti (5.1, 7.1 e così via), ma con Atmos diventano secondari: quel che conta, oltre ai diffusori, ora è il numero di oggetti sonori che possono essere riprodotti singolarmente. L’esperienza dell’utente diventa finalmente protagonista.
Grazie all’uso di speciali metadati fusi nel flusso audio è possibile infatti simulare a perfezione il rombo di un elicottero che si alza in cielo o di una deflagrazione che avviene dal basso verso l’alto, tipo un fulmine che cade.

Le caratteristiche che hanno reso rivoluzionario l’Atmos sono quattro:
- Diffusori: Non c’è praticamente più limite al numero di altoparlanti che si può impiegare, il che crea un fronte sonoro coerente e credibile che all’orecchio sembra reale.
- Nuove Dimensioni: Per la prima volta, il suono proviene anche dall’alto, il che genera un tipo di esperienza mai provata prima. È il “suono di dio” come lo definisce Dolby.
- Nuove Elementi: Il suono non è più un unicum, bensì si divide in due componenti: il suono principale e gli oggetti audio dinamici che si muovono indipendentemente l’uno dall’altro.
- Oggetti Sonori: Gli oggetti audio dinamici possono muoversi a 360 gradi attorno all’ascoltatore.
Immaginate l’effetto coinvolgente che può avere il generatore d’energia di un TIE fighter di Star Wars mentre vi sfreccia sulla sinistra; poi un altro vi supera come una scheggia impazzita a destra. E infine, la magia: un terzo caccia stellare vi supera sopra di voi. Ne sentite distintamente il rombo, l’incombenza e la potenza. Viene proprio da lì su.
Dolby Atmos: Specifiche Tecniche

A livello teorico, Atmos supporta fino a 128 canali e 64 flussi separati, con speaker posizionati sul fronte, retro, in basso e perfino sul soffitto; nelle realtà domestiche, tuttavia, si arriva al massimo a 24 speaker più 10 sul soffitto (il cosiddetto 24.1.10). Una simile configurazione permette di ottenere un controllo pressoché totale e a 360 gradi dell’esperienza sonora. È il sogno del suono 3D che prende forma. E poiché è una tecnologia scalabile, consente di iniziare con un tradizionale 5.1 per poi aggiungere gli altri speaker (sempre a due a due) nel corso del tempo, riducendo così l’impatto della spesa iniziale.
La configurazione minima Atmos è 5.1.2, cioè tre frontali, due surround, un subwoofer e due diffusori sul soffitto. Ciò consente di avere l’impressione che un raggio laser vi sfrecci di lato e colpisca un’astronave posta sopra di voi. Per fare ciò, il sistema calibra l’intensità dell’effetto sonoro perché risuoni più potente dal diffusore posteriore laterale e infine riproduce la deflagrazione dal diffusore laterale sul soffitto. Il tutto perfettamente sincronizzato con la spettacolarità delle immagini. È così che nasce il surround.
Per ottenere la migliore esperienza possibile, tuttavia occorrerebbe per lo meno un 5.1.4, cioè tre diffusori frontali, due surround, un subwoofer, e quattro speaker in alto; in questo caso, però, servirà un ampli a nove canali.
Dolby Surround: Compatibilità Totale

Uno dei punti di forza del Dolby Atmos è la compatibilità con tutte le configurazioni. In precedenza, col Dolby Surround, i missaggi 7.1 su un sistema 5.1 costringevano a deviare il suono verso i diffusori posteriori, falsando così l’esperienza per l’utente. Col Dolby Atmos, invece, gli ingegneri non sono costretti a mixare separatamente i flussi audio per sistemi 5.1, 7.1: è sufficiente creare un unico flusso Atmos che poi funziona con tutte le configurazioni. Sarà il protocollo stesso a ottimizzare la resa sui sistemi esistenti.
Ovviamente, per evitare distorsione e cacofonia, è necessario che la sala sia adeguatamente progettata, e soprattutto che gli speaker siano posti a determinati angoli, e a determinate distanze dalle poltrone. Inoltre, l’aggiunta di ulteriori canali (maggiore di 7.1.2) rende necessario ricorrere a preamplificatori di potenza adeguata a gestire il tutto, così da non stressare l’ampli. Ed è consigliabile orientarsi verso diffusori ad alta sensibilità e/o efficienza.
Il Dolby Atmos viene codificato attraverso il Dolby TrueHD su Blu-ray, e attraverso il Dolby Digital Plus per lo streaming Web. Tutti i moderni lettori Blu-ray sono capaci di interpretare correttamente il Dolby Atmos.
Dolby Atmos: Alternative

Dolby Atmos non è l’unica tecnologia di audio 3D esistente: ci sono pure le alternative di DTS e Auro Technologies.
L’equivalente DTS del surround basato sugli oggetti si chiama DTS:X. A differenza del Dolby Atmos, tuttavia, è meno focalizzato sulla configurazione degli altoparlanti; in generale, infatti, consente di regolare i più importanti elementi della traccia sonora -tipo dialoghi, o range dinamico- a piacere e in modo completamente indipendente.
Si tratta di una tecnologia emersa a metà 2015, e subito approdata sui primi ampli in quel periodo; non esistono moltissimi modelli di speaker ufficialmente compatibili, ma in generale è probabile che qualunque configurazione Dolby Atmos funzioni senza grossi problemi. È disponibile su supporti Blu-ray, su DTS-HD Master Audio ed è retro-compatibile con gli attuali speaker e uscite bitstream DTS.
Esiste anche una variante deldi chiamata DTS Virtual:X che consente di simulare i canali alti e surround degli input DTS da 2.0 fino a 7.1.4 canali che trova ampio uso nelle Soundbar; il risultato finale, tuttavia, non è all’altezza di una configurazione DTS:X o Atmos reale.

Infine, c’è una piccola e agguerrita società belga che ha lanciato l’Auro-3D. Un sistema surround capace di gestire da 9.1 a 11.1 canali che è probabilmente il più interessante dell’intera carrellata; tuttavia, come già accaduto altre volte nella storia dell’elettronica di consumo (qualcuno ricorda la vicenda VHS-Betamax?) alla fine, non è riuscita a imporsi.
In ogni caso, il problema è relativamente importante. Oggi tutte i dispositivi delle principali marche infatti supportano contemporaneamente Dolby Atmos, DTS:X e Auro-3D. Problema risolto.